
C’è un’idea di cui si sente parlare sempre più spesso in questi giorni – tanto da finire sui media nazionali – secondo la quale per cuocere la pasta è sufficiente spegnere l’acqua poco dopo il momento in cui l’acqua bolle, e lasciarla cuocere a fuoco spento.
Idea, questa, divulgata anche da autorevoli e celebri chef. Anche se non ho mai provato personalmente, pare funzioni.
Il “trucchetto” si sta diffondendo in questi giorni per uno specifico motivo: il caro energia.
A quale italiano doc amante della pasta infatti, se non costretto da reale necessità, verrebbe in mente di lasciarla cuocere a fornelli spenti e andando un po’ a occhio? Eppure, c’è chi lo sta già facendo e in tanti lo faranno.
Qual è il punto davvero interessante di questa storia? Non è il trucchetto della pasta, no. Il punto è che ancora una volta, di fronte a un inverno che si prospetta come una imminente catastrofe energetico-economica, le élite liberali si “divertono” (mi vien da pensare che ci sia del sadismo autocompiacente, a volte) a prendere in giro le persone, facendo pure ricadere su di loro la responsabilità di ogni possibile guaio, solitamente creato, in termini macrosistemici, dalle suddette élite.
Elettricità, gas, benzina, stanno raggiungendo picchi di prezzi dovuti a speculazioni ben orchestrate dai gruppi che detengono specifici interessi? Semplice, si può ovviare spegnendo prima il gas. Geniale! Perché non ci abbiamo pensato prima?
I prezzi di frutta e verdura (soprattutto bio o presunta tale) ormai sono paragonabili a quelli di un’oreficeria? No problem, puoi comprare una pianta di basilico e metterla sul balcone per farci il pesto.
Il mondo sta marcendo perché gli operai kattivi inquinano con le loro vecchie macchine diesel? Non si spiega perché non siano ancora corsi a comprarsi un’ auto elettrica, che così fanno girare un po’ l’economia, soprattutto quella delle miniere dei minerali rari estratti dai bambini nel Sud del mondo.
Il cambiamento climatico dilaga, probabilmente perché gli impiegati kattivi che devono stare 8 ore tappati in ufficio mettono il condizionatore anche a settembre visto che continua a fare 30°… Se lo spegnessero, non solo aiuterebbero l’ambiente, ma permetterebbero agli aerei e vari mezzi militari di volare ininterrottamente per combattere l’ennesima guerra per salvare il mondo.
Siamo sommersi dai rifiuti? Non possiamo certo interrompere il flusso mondiale di commercio online, specie di vestiti di plastica a due euro comprati su Shein o le nuove penne a sfera “Fluffy” di Chiara Ferragni al modico prezzo di 5 euro l’una. No. La colpa della creazione dei rifiuti, come sanno tutti, è di quelle donne che si ostinano ancora a usare assorbenti normali e pannolini usa e getta – vergogna!! – invece delle più innovative coppette o dei pannolini lavabili.
Le responsabilità di certi problemi ci sono, e hanno nomi e cognomi. Sono quelli in primis dei ricchissimi che detengono il controllo dell’economia mondiale avendo in mano i business strategici, coloro che in base a come si svegliano la mattina fanno cambiare l’economia, la Borsa, i mercati finanziari, inquinano senza paura, consumano suolo e acqua, hanno ostacolato da sempre reali politiche ambientaliste e di transizione.
Secondariamente, ci sono i politici che, anche se depauperati da tempo della loro capacità di influire sul mercato e sull’economia (il liberalismo è un Dio intoccabile, e come si fa a non riconoscergli il merito di averci portato fino a qui? ) si sono ben guardati dall’intraprendere dei seri piani di transizione energetica, di redistribuire il reddito, di ottimizzare le risorse già a disposizione, di elaborare strategie per diminuire la dipendenza da paesi esteri…
II covid è una scusa che non regge perché non è possibile dare la colpa agli ultimi due anni come se nei decenni precedenti questi problemi non fossero già ben chiari e noti.
Quindi scusate, ma la favoletta del senso di colpa individuale non ce la dovremmo bere. Non dobbiamo farlo non perché non sia giusto adottare piccoli accorgimenti nella propria vita quotidiana, utili e anche doverosi quando possibile certo, ma nel quadro globale complessivo molto limitati.
Non lo dobbiamo fare perché altrimenti sarebbe una legittimazione di tutte le porcherie fatte e in corso, ai danni e a spese delle persone comuni. Dobbiamo essere consapevoli che il fazzolettino biodegradabile è bello e utile, e ci ripulisce la coscienza sul momento, ma non è risolutivo e sposta solo l’attenzione del problema, come la famosa storia dello stolto che guarda il dito e non la luna.
“L’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”, diceva Chico Mendes.
In base ai dati Istat, in Italia nel 2021 sono in condizione di povertà assoluta più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come l’anno precedente). Qualcuno ne parla? Pensate che per risolvere il problema di queste persone sia sufficiente spegnere prima l’acqua della pasta, o piantare i pomodori in terrazzo?
Guardiamo anche il caso del Regno Unito: il caro energia è diventato una brutale realtà anche per milioni di famiglie in Gran Bretagna da qualche mese, con un aumento dei costi senza precedenti. Il primo aprile ha infatti segnato la fine del tetto imposto dal Governo ai rincari delle bollette (evviva la mano invisibile!) che sono salite all’improvviso del 54%, portando il costo medio di elettricità e gas a quasi duemila sterline all’anno per ogni famiglia. 5 milioni di famiglie inglesi sono sotto la soglia di povertà, 9 milioni rischiano la povertà energetica.
All’estero però, dove sono stati sempre più svegli di noi in termini pragmatici, per contrastare quella che viene definita una tirannia è sorto il movimento “Don’t Pay”: si tratta di un movimento di matrice anonima che esorta le persone a boicottare i fornitori di energia e gas evitando di pagare le bollette. I primi di agosto il movimento ha già raggiunto 100 mila adesioni e salirà ancora.
La popolazione ha ancora in mano (per il momento…) lo strumento di lotta collettiva, da intraprendere con azioni mirate e strategiche, in Italia l’unica lotta che sappiamo fare invece è comprare tutti insieme su Amazon, magari qualcosa di costosissimo eco-bio-vegan.
Arriviamo alle conclusioni, tornando ai bollori iniziali. In alcuni paesi il bollore è quello di una pentola a pressione, e a breve, se non si fa qualcosa, questa pentola a pressione scoppierà e il malcontento si potrebbe trasformare in gravi disordini sociali.
In Italia invece… be’ in Italia pare che il bollore sia più quello della ormai celebre rana citata da Chomsky che, già nella pentola con l’acqua fredda, finirà bell’e bollita senza neanche accorgersene, e quando tenterà di saltare fuori sarà ormai troppo tardi.