Il diritto alla morte

Per far piacere all’arcivescovo − e al suo Dio, se egli ne è fedele rappresentante − i malati terminali di tumore devono subire mesi di agonia del tutto inutile, tranne nel caso in cui i loro dottori o infermieri siano abbastanza umani da rischiare un’accusa di omicidio. Trovo davvero difficile concepire un Dio che tragga piacere dal contemplare questo genere di torture; e se ci fosse davvero un Dio capace di tale volontaria crudeltà io lo considererei indegno di ogni venerazione.

Bertrand Russell, Rassegna di spazzatura intellettuale, 1943

Questa è la storia di Jacob “Jack” Kevorkian, interpretato da Al Pacino nell’ impeccabile film di Barry Levinson. Jack ha avuto per alcuni il merito, e per altri la colpa, di aver praticato il suicidio assistito su 129 malati terminali in stato di grave e persistente sofferenza fisica, e per aver praticato l’eutanasia, letteralmente buona morte (dal greco εὐθανασία, composta da εὔ-, bene e θάνατος, morte) sul 130esimo paziente.

Jack ha sempre affermato di non essere un sostenitore del suicidio assistito, ma un sostenitore di chi, nel pieno delle sue facoltà mentali, ha diritto di scegliere, in condizioni di patologia grave e incurabile, se continuare a vivere oppure no. Questa sua teoria, che gli valse il nomignolo di Dottor Morte, lo portò ad essere considerato alla stregua di un serial killer, e dopo diversi rinvii a giudizio e conseguenti processi in cui viene assolto,  lo stato del Michigan lo condanna a 25 anni di reclusione per omicidio di secondo grado, proprio per il 130esimo caso, di cui il dottore registrò la procedura che poi fu trasmessa su una rete televisiva nazionale. Jack è stato rilasciato, in libertà vigilata, dopo otto anni e mezzo di prigionia. La Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di esaminare il caso.

Penso che questo diniego della Corte Suprema non sia altro che lo specchio di una realtà molto più ampia, molto più estesa, che tocca tutti, ovvero che dell’eutanasia e del diritto alla morte gli stati e le persone non-ne-vogliono-ancora-parlare, e per questo ancora in molti paesi l’eutanasia non è regolamentata se non proibita e punita al pari dell’omicidio. Però pare sia legale e ancora molto diffuso far scoppiare guerre, pilotare droni a distanza, bombardare popolazioni inermi, avvelenare l’aria, l’acqua e la terra, che poi, inesorabilmente, avveleneranno le persone. Ma questo la legge lo consente.

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