Il 2 novembre 1975 veniva assassinato Pier Paolo Pasolini. Senza fare ancora una volta retorica nostalgica, ecco 20 motivi per cui vale la pena leggere i suoi scritti oggi
- Per capire perché ci sono ancora gli omicidi di Stato
- Per capire perché gli omicidi di Stato rimangono sempre impuniti
- Perché a scuola non lo faranno mai studiare
- Per non far estinguere le lucciole, almeno nella fantasia
- Per chi crede nella Bellezza
- Per capire qual è il vero pericolo per la democrazia in Italia
- Per riconoscere il fascismo nei gesti e nelle parole, non nei partiti
- Per capire cos’è il Potere
- Per ricordarsi cos’è il vero cristianesimo
- Per capire perché si dice che destra e sinistra sono uguali
- Per capire che è l’antica cultura contadina ad aver costruito l’Italia
- Perché lui già parlava di decrescita e di insensato sviluppo
- Per capire che chi comanda veramente non è la politica
- Per chiedersi quali sono i capri espiatori e chi i veri colpevoli
- Per avere il coraggio di esprimere sempre le proprie idee
- Per acquisire consapevolezza dei mutamenti antropologici causati dai media
- Per capire quando la violenza deriva da una frustrazione sociale e dal vuoto
- Per essere consapevoli del potere manipolatorio del linguaggio
- Per non rendere inutile la sua morte
- Ognuno troverà poi ha un suo personale motivo per leggerlo, amarlo, e anche odiarlo; il mio motivo è che ogni volta che lo leggo ricevo uno schiaffo contro quel sedimento di indifferenza nei confronti di altri al di fuori di me, quell’indifferenza che come la polvere tenta di albergare nel cuore di ogni uomo ancora e ancora; quell’indifferenza che ci fa egoisti e ciechi di fronte ai cambiamenti, che ci fa voltare la testa dall’altra parte. Leggere Pasolini significare scegliere di guardare in faccia non chi ha la verità, ma chi ci mostra una via per cercarla.
